Il dialogo strutturato tra Piano Strategico Metropolitano e Ufficio Europa Metropolitano può diventare, se ben gestito, l’occasione di rafforzamento per entrambi gli strumenti: ce lo racconta la sperimentazione della Città Metropolitana di Milano. Da un lato, la definizione partecipata tra tutti i comuni dell’area metropolitano del piano strategico, dall’altro, un lavoro di ascolto/proposta di nuovi modelli organizzativi e meccanismi di funzionamento per stimolare e supportare la collaborazione sul fronte di un accesso strategico alle risorse comunitarie. L’esigenza di reperire risorse finanziarie per la realizzazione delle azioni inserite come azioni chiave nel Piano Strategico, ha portato alla scelta di sperimentare un’approccio alla progettazione europea che facesse leva sulla valenza che i progetti comunitari possono avere in termini di consolidamento delle reti corte tra attori del territorio e delle reti lunghe con soggetti chiave per rafforzare la competitività a livello globale dell’area metropolitana.
La sfida dell’Ufficio Europa Metropolitano: essere a servizio della Città Metropolitana e dei comuni delle Zone Omogenee
Alla Città Metropolitana di Milano appartengono 133 comuni su di un’estensione di 1.575 kmq. Con una popolazione residente di oltre tre milioni di abitanti, è la terza area più popolata d’Europa dopo Londra e Parigi, un territorio ricchissimo di infrastrutture che si configura come un’unica area urbana sempre più estesa ed integrata.
La definizione del Piano Strategico 2019-2021 è stata l’occasione per riorganizzare la propria matrice programmatoria e costruire un “patto di territorio” in cui ciascun attore metropolitano si possa riconoscere e assumere responsabilità e impegni precisi per realizzarlo.
L’efficacia del Piano si fonda, oltre che sull’abilità nel programmare e organizzare l’azione diretta dell’Ente, anche sulla capacità di suscitare integrazione verticale tra differenti livelli di governo e orizzontale, promuovendo l’apporto di diversi attori sul territorio.
In termini operativi tutto ciò si declina attraverso:
- la condivisione di un orizzonte comune e la convergenza multi-attoriale su una strategia d’azione, riconoscendo al contempo specificità e autonomia ai vari soggetti;
- la creazione di piattaforme di lavoro con gli attori metropolitani per la raccolta e la promozione di iniziative e progettualità;
- il rafforzamento del ruolo di supporto ai Comuni, alle Zone omogenee e alle forme associate di servizi comunali;
- la facilitazione nel loro concreto operare di istituzioni, autonomie funzionali, corpi intermedi, imprese e cittadini, attraverso sburocratizzazione, semplificazione e digitalizzazione.
Il potenziamento dell’Ufficio Europa Metropolitano si innesta, in questa visione, come una delle principali piattaforme di lavoro con e tra gli attori metropolitani per la raccolta e la promozione di iniziative e progettualità (punto b), come chiave per il rafforzamento del ruolo di supporto ai Comuni, alle Zone omogenee e alle forme associate di servizi comunali (punto c) ma anche come strumento per realizzare nella pratica la convergenza multi-attore sulla strategia di azione che il Piano Strategico definisce in base ad obiettivi ed indirizzi condivisi (punto a).
L’aggiornamento del Piano per il triennio 2019-2021 si propone di rendere più stringente la concatenazione tra strategie e progetti/azioni concrete, “appoggiandola” sul nuovo modello organizzativo e sulle prassi amministrative dell’Ente e, più in generale, dei Comuni, al fine di migliorarne l’efficacia. Ne consegue che i progetti, nella loro articolazione – 10 progetti strategici, 8 agende territoriali e 24 progetti operativi -, trovano nell’aggiornamento del PSTTM per il triennio 2019-2021 una declinazione concreta all’interno di 6 ambiti di policy.
Il Consiglio della Città metropolitana, come disciplinato dallo Statuto della stessa e secondo quanto previsto dalla legge costitutiva delle Città metropolitane (Legge 56/2014), ha infatti suddiviso l’area metropolitana in 7 Zone omogenee, caratterizzate da specificità geografiche, demografiche, storiche, economiche ed istituzionali, più una ottava area che comprende il Comune di Milano.Ciascuna zona è funzionale ad articolare meglio le attività sul territorio ed a promuovere una sempre maggiore integrazione dei servizi erogati con quelli dei comuni. Per ciascuna zona sono state costruite agende territoriali che tengono conto delle caratteristiche e delle vocazioni del territorio e dei Comuni che ad essa fanno riferimento
Alto Milanese – 22 comuni; 258.743 abitanti; 215,23 Kmq
Un territorio in rete, attrattivo e aperto all’innovazione
Magentino e Abbiatense – 28 comuni; 213.745 abitanti; 360,44 Kmq
Terra di agricoltura, tra produzione e fruizione
Adda Martesana – 29 comuni; 384.082 abitanti; 273,35 Kmq
Infrastrutture verdi e blu per una città-parco
Nord Milano – 6 comuni; 267.696 abitanti; 49,48 Kmq
La città dei nuovi lavori, dei servizi e dell’abitare
Sud Est – 15 comuni; 173.267 abitanti; 179,72 Kmq
Orientare lo sviluppo attraverso la Smart Land
Nord Ovest – 16 comuni; 315.749 abitanti; 135,82 Kmq
Campo della conoscenza e dell’innovazione
Sud Ovest – 16 comuni; 238.729 abitanti; 179,95 Kmq
Nuove connessioni per un territorio integrato
I passaggi operativi e la costruzione dei Gruppi di Lavoro all’interno dell’Ufficio Europa Metropolitano
Il percorso messo in campo con la Città Metropolitana di Milano e con i Comuni dell’area metropolitana è partito con un’operazione di sensibilizzazione congiunta che si è articolata in tre momenti fondamentali:
- La condivisione del percorso di lavoro per l’Ufficio Europa Metropolitano congiuntamente alla condivisione della architettura e della strategia del Piano Strategico Metropolitano: la gestione in simultanea di questi due momenti ha consentito di condividere l’approccio di fondo ai finanziamenti comunitari, vale a dire considerarli uno strumento rispetto alla attuazione di una visione strategica e non un fine in sé;
- Una serie di incontri puntuali sul territorio in corrispondenza delle Zone Omogenee di Attuazione identificate dal Piano Strategico: questo secondo passaggio ha consentito di condividere con tutti i Comuni dell’Area Metropolitana il percorso ed il metodo di lavoro ma anche di raccogliere e contestualizzare le esigenze di finanziamento puntuali e di ragionare insieme su come potessero essere combinate in riferimento all’attivazione delle risorse europee per supportare l’attuazione del piano;
- L’allineamento sulla metodologia e la condivisione di una cassetta di lavoro comune per orientarsi tra le diverse opportunità di finanziamento, selezionare tra programmi, avviare le azioni di riprotezione tra fondi, organizzare la fase di proposal management partecipato.
Al termine di questo percorso sono stati costituiti 5 Gruppi di lavoro: due per i referenti del Tavolo di Coordinamento interni a città metropolitana e tre, basati sull’aggreagazione dei progetti e delle tematiche proposte dai Comuni dell’Area Metropolitana, che coinvolgessero i referenti dei Comuni e delle Zone Omogenee di Attuazione identificate dal Piano Strategico Metropolitano.
Oltre i questionari: la costruzione partecipata degli aspetti di finanziabilità
La costruzione dei Gruppi di Lavoro ha consentito il passaggio alla fase operativa per la costruzione del parco progetti finanziabili. Il lavoro di analisi su e con i territori che è stato fatto a partire dagli esiti di una prima indagine conoscitiva gestita attraverso questionari ma si è poi esplicato negli incontri puntuali per Zone Omogenee, ha permesso di lavorare, per un gruppo pre-selezionato di fabbisogni di finanziamento collegati ai progetti del Piano Strategico Metropolitano, alla identificazione partecipata degli aspetti di finanziabilità e alla identificazione di una prima rosa ristretta di programmi di finanziamento attivabili.
Questo passaggio ha consentito di rafforzare sul campo la conoscenza delle caratteristiche tecniche di funzionamento dei vari programmi e di condividere la metodologia per selezionare i programmi da preferire attraverso un processo ragionato di ponderazione (definzione della ranking list), l’identificazione dei programmi equipollenti (individuazione della doppia coppia) e la costruzione della matrice di finanziabilità da cui derivare la tabella di marcia operativa per ciascun gruppo di lavoro.
Gli strumenti e i modelli a servizio del consolidamento degli Uffici Europa Metropolitani
L’avvio della fase operativa con i Gruppi di Lavoro ha permesso di mettere a sistema lo schema per classificare: a) le soluzioni a livello di struttura organizzativa (macro e micro) che possono rendere più fluido il funzionamento dell’Ufficio Europa Metropolitano; b) le soluzioni procedurali e amministrative per rafforzare e semplificare sul piano formale il sistema relazionale e la capacità di reazione e risposta alle esigenze dell’Area Metropolitana dell’Ufficio Europa; c) le modalità con cui esercitare in maniera proattiva l’attività metropolitana di europrogettazione in modo da dare corpo, sostanzialmente e non solo pro-forma, alla sussidiarietà discendente e ascendente che regola i rapporti con tra Città Metropolitane ed Europa.