Città Metropolitana di Roma Capitale, nell’ambito del progetto Metropoli Strategiche, ha avviato il processo di redazione del Piano Strategico Metropolitano ponendosi due traiettorie di lavoro: da un lato, ha avviato la riorganizzazione delle sue strutture e dei rapporti di collaborazione orizzontale e verticale con gli altri enti del territorio e, dall’altro, ha impostato un’articolata azione di revisione delle linee guida dell’Ente sulla pianificazione Strategica finalizzata all’adeguamento e la verifica di coerenza dei propri strumenti e delle politiche settoriali con la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile 2030. L’Agenda metropolitana per lo sviluppo sostenibile, costituisce così il kick-off del processo di pianificazione strategica e più in generale di governance della Città Metropolitana di Roma Capitale.
La convergenza delle opportunità
La coincidenza fra i tempi di avvio della redazione del piano strategico e la messa a disposizione di risorse per la pianificazione da parte del Ministero dell’Ambiente e di quello delle Infrastrutture, hanno rappresentato, una rilevante opportunità. La Città Metropolitana di Roma Capitale ha quindi avviato una stagione di sperimentazione, ma soprattutto il disegno strategico di politiche di sviluppo sostenibile e rigenerazione territoriale, basato sul raccordo tra strumenti, opportunità e finanziamenti.
- Il progetto Metropoli Strategiche ha supportato l’Amministrazione nel disegno dell’assetto organizzativo, nella definizione dell’impianto metodologico e dell’approccio complessivo all’esercizio della funzione di pianificazione strategica;
- Il Bando del Ministero dell’Ambiente per la Tutela del Territorio e del Mare e (MATTM) del 31 luglio 2018 ha messo le Città Metropolitane nella condizione di agire, sulla definizione di strumenti strategici, coerenti e capaci di portare un contributo alla realizzazione degli obiettivi delle strategie regionali per lo sviluppo sostenibile.
- Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) con il bando per la predisposizione dei PUMS (i piani urbani della mobilità sostenibile) e i PSM (i piani strategici metropolitani), offre alle città metropolitane un pacchetto consistente di risorse per l’intervento multisettoriale sui territori a garanzia dell’implementazione di piani, programmi e azioni strategiche per lo sviluppo sostenibile del territorio.
L’approccio: sostenibilità, azioni concrete, valorizzazione del capitale naturale e relazionale
La sostenibilità si fa obiettivo e cornice delle politiche territoriali e i progetti del piano strategico sono gli strumenti per la loro attuazione. Sono due le dimensioni del capitale metropolitano mobilitate: la dimensione naturale (dotazioni e stock) e quella relazionale (connessioni e flussi). Queste diventano direzioni di implementazione di progetti o promozione di pratiche situate di pianificazione strategica (pratiche che nascono dalle particolari condizioni di un contesto specifico), sia di tipo istituzionale che ispirate da forme di innovazione imprenditoriale dal basso.
Perchè è importante costruire un’identità metropolitana su nuove narrazioni del territorio
Comprendere la realtà, non imporre una visione esogena, è quindi il criterio che definisce l’approccio del piano strategico e dell’agenda metropolitana per lo sviluppo sostenibile, e ne caratterizza i compiti e le funzioni. Questo approccio, coerente con una visione al futuro di sostenibilità e una “ispirazione per il possibile” che coglie le opportunità e trasforma le criticità in risorse, implica una inversione di marcia, con una propensione al cambiamento, articolata su 6 questioni caratterizzanti il territorio, che per lungo periodo hanno alimentato le retoriche delle politiche.
Le strategie tematiche di inversione proposte sono dunque:
- superare la retorica della contrapposizione tra urbano e rurale, con una descrizione del territorio come sistema di bio-regioni urbane;
- alla retorica “Città Metropolitane / Aree Interne” che a dispetto della buona intenzione della “Strategia Nazionale per le Aree Interne”, ha inciso in molti casi le disparità di sviluppo, si contrappone il riconoscimento e il funzionamento dei servizi ecosistemici, come sistema di riequilibrio delle risorse e dei sistemi insediativi;
- allo stigma figurato delle borgate, si contrappone una descrizione dei processi di regionalizzazione dell’urbano come costellazione di (sub)urbanità che emerge innovando le forme dell’abitare e del produrre;
- alla retorica della smart city, si contrappone la via della smart land ovvero considerare un territorio per valorizzarne i processi di costruzione sociale e intercettare i flussi che lo determinano, lo attraversano nelle sue dimensioni ecologiche, economiche e sociali;
- dalla retorica della fragilità del territorio al riconoscimento delle specificità a garanzia del funzionamento sostenibile del suo metabolismo;
- dalla retorica della città concentrata del turismo e delle sacche di abitare migrante ma stanziale, alla città estesa dell’ospitalità (nelle due dimensioni dell’abitare temporaneo, e del turismo sostenibile).
Una strategia metropolitana su tre dimensioni
L’intero processo di governance metropolitana strategica e sostenibile si sta quindi strutturando su tre dimensioni strategiche: (1) strategie tematiche di inversione del racconto e delle retoriche che hanno alimentato le politiche metropolitane solo parzialmente risolutive; (2) strategie funzionali (trasversali, integrate e pilota) per attuare una programmazione efficace delle azioni con valenza e impatto diversificato; (3) strategie di interazione con il territorio nelle sue diverse componenti istituzionali (amministrazioni ed enti), sociali (società civile organizzata), imprenditoriali (enti e attori economici), imprenditoriali con finalità etica. A quest’ultima componente si associa un’azione strategica metropolitana specifica, nell’intento di innescare e/o intercettare pratiche di innovazione dal basso e praticare una “sostenibilità per azioni” vocata alla capacitazione sociale e imprenditoriale, con finalità etica”